Laboratorio di Progettazione Architettonica | Filippo Orsini, Davide Ferrari, Giulia Fini

Laboratorio di Progettazione Architettonica
Docenti: Filippo Orsini, Davide Ferrari, Giulia Fini

[IT]

“Perché non è appunto lo spazio pubblico ciò che permette all’architettura di trovare significato?” E’ soprattutto a questa domanda, tratta da Lo spazio urbano nell’era dell’individualismo di Jacques Lucan, che gli studenti di questo corso, tramite le loro proposte progettuali, hanno cercato di rispondere. La trasformazione degli spazi aperti, infatti, “è l’unica categoria della grammatica dei fatti urbani ad avere ancora la possibilità di elevarsi a vettore della trasformazione e della riforma di un territorio devastato” (Lucan) e in questa trasformazione lo spazio costruito gioca un ruolo fondamentale, “perché l’architettura è sempre ricostruzione” (Zermani) o “un ri-trattamento della materia esistente” (Nouvel) anche quando si tratta di realizzare qualcosa di completamente nuovo. Lo spazio pubblico, “nell’era elettronica”, è “spazio in movimento; non è lo spazio della città, ma la città stessa” (Acconci), ed è “sempre meno spazio di rappresentazione e sempre più rappresentazione dello spazio” (Lefebvre); quindi gli edifici che si relazionano con esso non possono che essere ibridi, ossia in grado, con la loro complessità, di far fronte ad istanze progettuali ed economiche, con soluzioni che si trovano più nella funzione e nella storia che non nello stile e nella teoria.
Partendo da queste premesse, gli studenti hanno sviluppato progetti integrati di rigenerazione nel settore nord-est di Milano, compreso fra viale Monza, via Padova, il quartiere Adriano e via Palmanova, integrando le conoscenze e competenze in progettazione architettonica, in progettazione urbanistica e in caratteri tipologici e morfologici dell’architettura, acquisite dai diversi docenti attraverso lezioni e attività laboratoriali. Inizialmente i singoli progetti hanno trovato la loro rappresentazione formale nel masterplan “uno strumento-processo capace di porsi come garanzia tra le previsioni urbanistiche e lo sviluppo architettonico, tra fase attuativa e realizzativa, tra piano e progetto” (Ardielli). In seguito, allontanandosi o avvicinandosi, di volta in volta, alle diverse pratiche e categorie spaziali della transizione, ogni progetto è sceso alla scala architettonica, con la volontà di realizzare edifici che non fossero né muti fondali ininfluenti sulla qualità urbana dello spazio pubblico, né rumorose eccezioni indifferenti al contesto, ignare della storia e insofferenti alla regola.

A.1 _ VIA ADRIANO

Tav.1

Tav.2

Studenti: Bianca Magi, Leonardo Innocenzi

Tav.1

Tav.2

Studenti: Riccardo Rapparini, Giuliana Sirna

Tav.1

Tav.2

Studenti: Giulia Rizzi, Michelangelo Sicari

Tav.1

tav.2

Studenti: Nadine Bou Kheir, Alessia Petra Epifano

Tav.1

Tav.2

Tav.3

Studenti: Edoardo Caizzi, Camilla Caldera, Alice Calini

Tav.1

Tav.2

Tav.3

TAv.4

Studenti: Elisa Aguzzi, Sara Barera