Tesi di Laurea Magistrale | Valente, Bricocoli

5. EX CINEMA MAESTOSO – OBSOLESCENZA DELLA SCENA URBANA

Tesi di Laurea Magistrale – Francesca Berni
Relatore: Ilaria Valente
Correlatore: Massimo Bricocoli

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L’ex-cinema Maestoso si protende verso Piazzale Lodi e si fa testimone silenzioso dello scorrere simultaneo di parti di città. Il programma interpreta il continuo scorrere dei flussi e si fa incubatore: scatola che intercetta, raccoglie, mescola, combina, sperimenta. La danza e il video sono le due pratiche scelte per articolare questo brano di città. Luogo della città e luogo della rappresentazione stanno assieme, mettendo in discussione la tradizionale concezione dello spazio teatrale e del suo rapporto con l’urbano. Il progetto interviene nel costruito, sottraendo parti, addizionandone di nuove. Nasce da un movimento contrapposto di linee e di spazi che inviluppano l’esistente convergendo in un doppio fuoco centrale: la sala ellittica della rappresentazione e delle arti performative. Tutte le campate dei due muri preesistenti sono permeabili in un rapporto di continuità e di osmosi fra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ del recinto. La piattaforma urbana che si viene a determinare è qui intesa come punto di partenza per il decollo della rampa all’esterno e per il piano della sala, all’interno. Un campo di forze in movimento : è lo spazio ellittico in cui si avvitano e si placano le spirali contrapposte della genesi del progetto; è il grande palco sospeso per la pratica della danza. Lo spazio è simmetrico ed il piano non ha angoli per realizzare una forma fluida e continua, sensibile alla variazione della luce naturale regolata anche da un sistema di tende soprastanti. Esiste un’interiorità dentro il complesso ed un’esteriorità intermedia: queste due dimensioni cercano di essere governate da un unico movimento generativo che è quello dell’inviluppo. Così come interiorità ed esteriorità si oppongono ma al contempo abitano la stessa sintassi, così è vera la contrapposizione/coincidenza tra lo spazio del teatro (rappresentazione) e lo spazio urbano (città). L’archivio sfrutta un altro genere di preesistenza, quella del vuoto longitudinale, alto e stretto affacciato su Viale Umbria. La parete /archivio è servita da un nodo distributivo costituito da servizi e sistemi di risalita attraverso cui confluisce nello spazio retrostante la sala. Con la copertura infine si ha, di nuovo, una doppia percezione dello spazio: all’esterno è un volume sospeso e compatto, all’interno è un piano tagliato e frastagliato in scaglie che scattano all’interno accogliendo e al contempo tamponando l’arrivo della luce.

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